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Per le generazioni future...

Il dispositivo costituisce una figura particolare del Lavoro Terapeutico 1 che attiva un “Laboratorio di Etica Comunicazionale Applicata” 2  in cui si creano nuove opzioni per le pratiche psico-sociali, fra cui le terapie di rete. Si tratta di individuare come si articolano i conflitti d’interesse intrafamiliari e i conflitti di potere, di competenza, ossia le condivisioni di responsabilità, tra professionisti, associazioni, servizi ed istituzioni di cura, di aiuto, dell’ educazione, della cultura e del controllo e di lavorare alla ricomposizione degli uni appoggiandosi agli altri. La "Clinica della Concertazione" non è una coordinazione di consultazioni, trova puntelli principali nell’”Approccio Contestuale” di I.Boszormenyi-Nagy che inaugura l’Etica Relazionale come dimensione inevitabile della relazione. È stata praticata in situazioni di gravi disagi multipli, dal 1996 su diversi territori: Belgio; Francia; Algeria; Kosovo; Albania; Bosnia; Croazia, Italia, Romania, Svizzera, Mali e Canada.

1. “L’essenza della terapia e di qualsiasi rapporto umano è la capacità di impegnarsi e avere fiducia” (vedi Boszormenyi-Nagy in Lealtà Invisibili).

2. Ferry J.-M. Habermas : “l’éthique de la communication” P.U.F., Paris, 1987 (Edizione italiana “Etica del discorso” di E. Agazzi, Laterza, Roma - Bari, 1993).

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Il Lavoro Terapeutico di Rete sostenuto dalla "Clinica della Concertazione" incoraggia le relazioni umane più affidabili (famigliari, amicali, professionali, istituzionali e politiche) e ricostruisce le singole identità. Attivato nel e dal dibattito contraddittorio convocato dalle persone in disagi multipli, Questo dispositivo è stato avviato nel 1996 dal Dr Jean-Marie Lemaire e da numerosi clinici di rete. La “Clinica della Concertazione” trova i suoi principali sostegni nell'etica relazionale posta da I.Boszormenyi-Nagy come dimensione imprescindibile della relazione.

"Clinica della Concertazione" e "Sociogenogramma" sono termini protetti e di conseguenza devono essere messi tra virgolette e sono associati al sito: www.concertation.net (Lingua Francese)

Presentazione della "Clinica della Concertazione"

Noi, operatori dell’aiuto, della cura, dell’educazione, della cultura e del controllo, siamo sconcertati dagli individui o dalle famiglie
in situazioni complesse e in disagi multipli. Con sconcertati intendiamo perplessi, esauriti, ma anche de-professionalizzati, de- personalizzati, straziati, smembrati, dilaniati. Le frontiere fra servizi, istituzioni, associazioni si attenuano, quelle delle professioni sono provate, emergono nuovi mestieri. Gli individui o le famiglie in situazioni complesse e in disagi multipli ci convocano all’interno dei “Campi di Sovrapposizione” pluri-disciplinari e pluri- istituzionali che essi frequentano più spesso e conoscono meglio di noi.

Talvolta ci ritroviamo bloccati nei dolorosi vicoli ciechi delle “Cliniche della Costernazione” o delle “Cliniche
delle Lamentazioni”. La “Clinica della Concertazione” propone un’alternativa
a questi due scogli. Mette al lavoro un’ipotesi fragile, ma che si é rivelata produttiva: quello che definiamo talvolta come caos o manipolazione malintenzionata, contiene degli elementi metodologici innovatori che possono, se ne abbiamo cura, arricchire o creare il “Lavoro Terapeutico di Rete”. Ritrovarci sconcertati, invece di confinarci in fondo ad un doloroso vicolo cieco, può stimolare un lavoro estensivo di terapia, prevenzione, ricerca e formazione, nelle condizioni riunite dalle “Cliniche della Concertazione”.

Questo dispositivo costituisce una figura particolare del Lavoro Terapeutico 1 di Rete (vedi pag.16), avviato dal Dott. Jean Marie Lemaire e da numerosi clinici di rete.
Mette inoltre in contatto persone che vivono insieme disagi multipli e gravi, esperti dell’aiuto, della cura, dell’educazione

e del controllo direttamente coinvolti, potenzialmente coinvolti e non direttamente coinvolti.

1. “L’essenza della terapia e di qualsiasi rapporto umano è la capacità di impegnarsi e avere fiducia” (vedi Boszormenyi-Nagy in Lealtà Invisibili).

OBIETTIVI

  •   Rispondere alle richieste delle famiglie in situazione di disagi multipli.

  •   Rispondere alle richieste dei professionisti e dei politici “sconcertati”
    dalla frammentazione e talvolta dalla incoerenza degli interventi di aiuto, di cura, di educazione e di controllo.

  •   Migliorare le situazioni di disagi multipli, attraverso una pratica e una politica di “Lavoro Terapeutico di Rete”,
    partendo dalle risorse umane e relazionali ancora disponibili.

  •   Allargare le zone di “considerazione” reciproca tra i membri delle famiglie, i professionisti e le istituzioni.

  •   Promuovere la circolazione delle informazioni, selezionare e trasformare le informazioni affinché aprano un dibattito contraddittorio e produttivo.

  •   Incoraggiare le “Cliniche della Staffetta” sui territori coinvolti, utilizzando i "Campi di Sovrapposizione" tra professionisti e tra istituzioni attivati dai disagi multipli.

  •  Stabilire i principi metodologici della “Concertazione Clinica” e della “Clinica della Concertazione”

In altre parole, si tratta di favorire la costruzione di luoghi e modalità operative per la “Concertazione” tra i diversi esperti dell’aiuto, della cura, dell’educazione, della cultura e del controllo che fanno capo alle diverse istituzioni, associazioni e servizi pubblici e privati.“L’organizzazione del lavoro di aiuto, di cura, dell’ educazione e del controllo diventa terapeutica quando non é più separata dal lavoro di aiuto di cura, di educazione e di controllo”.3 Queste pratiche potranno svilupparsi appoggiandosi al lavoro di coordinamento territoriale, ad una mutua valorizzazione dei professionisti e delle istituzioni alla ricerca di una più grande efficacia negli interventi di gestione e di prevenzione dei disagi multipli.

3. Lemaire J.-M., Vittone E., Despret V., ""Clinica della Concertazione": alla ricerca di un “setting” aperto e rigoroso". in “Connessioni” n° 10 “Orizzonti cornici prospettive” pp. 99/108, Milano, Marzo 2002.

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LA TRIADE CONCERTATIVA

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 IL SOCIOGENOGRAMMA

6. Il titolo “Il titolo Footprints (Tracce) all’inizio, designava le prime impronte nella storia dell’umanità, le prime che l’uomo ha lasciato sulla terra. Poi è divenuto una metafora per tutto ciò che esiste, è esistito ed esisterà, e poco importa se queste impronte sembrano diverse e appartengono alla tecnologia es. i componenti di una radio oppure le tracce fotografiche di un edificio... La fonte di tutte le impronte avendo un significato eterno, viene dall’umano...”Estratto da una intervista con Wayne Shorter Jazz magazine n° 536 aprile 2003.

Dopo anni di pratica il "Sociogenogramma" si é imposto come strumento indispensabile per il Lavoro Terapeutico di rete nelle sue diverse figure: la Clinica del Colloquio, il Passaggio, la "Clinica della Staffetta", la "Concertazione Clinica", la "Clinica della Concertazione"

e il Coordinamento. Il "Sociogenogramma" permette di:

  •   Mantenere un filo conduttore anche nei momenti più sconcertanti;

  •   Evidenziare e valorizzare i campi di sovrapposizione;

  •   Identificare e utilizzare le diverse figure del Lavoro Terapeutico di Rete;

  •   Fare emergere e arricchire le risorse residuali reperibili nelle reti che sono attivate dalle iniziative, implicite ed esplicite, delle persone che vivono insieme.  

Esso si realizza con la partecipazione di tutti i professionisti presenti, attraverso un membro del gruppo, che assume il ruolo di “stampante” o di “sociogenografo”. Troverete, nel paragrafo “Moduli Specifici”, una proposta di formazione in tre giorni alla pratica del “Sociogenogramma”.

IL VERBALE

Tutti gli incontri sono verbalizzati.
Il verbale é il risultato della trascrizione degli appunti presi dal verbalista durante ogni incontro ed é composto da una parte generale e una specifica. La parte generale contiene: l’elenco delle persone presenti; l’elenco di quelle che sono state invitate; l’elenco delle persone giustificate e i contenuti a carattere generale dell’incontro. La parte generale é destinata alla diffusione più ampia possibile. La parte specifica legata ad una situazione "attivatrice", può circolare tra le persone presenti all'incontro che, sotto la propria responsabilità, valutano l'opPortunità di condividere con altre persone interessate.
Gli operatori "convocati" dalla situazione daranno un ritorno ai vari membri della famiglia e ai professionisti direttamente coinvolti assumendosi.

E' importante che il verbale giunga ai partecipanti, al più tardi, cinque giorni prima del successivo incontro, in modo da inviare eventuali correzioni e commenti che aiuteranno a dare una forma definitiva che sarà validata nel successivo incontro.

LE FIGURE DEL LAVORO TERAPEUTICO DI RETE

I professionisti dell’aiuto, della cura, dell’educazione e del controllo sono invitati dagli utenti a partecipare a diverse figure del Lavoro Terapeutico di Rete. Questi inviti possono assumere le forme più diverse e più creative. Al momento dell’appello, il professionista non é sempre nelle condizioni che gli permettono di riconoscere, facilmente, la figura del lavoro di rete alla quale egli é invitato o qualche volta obbligato a partecipare.
Le “Cliniche della Concertazione” sono,
tra le diverse figure del Lavoro Terapeutico
di Rete, degli spazi di ricerca dove si fa lo sforzo di migliorare l’intuito del professionista nel riconoscere la figura nella quale sta per implicarsi o sta per essere implicato e forse anche quella che lui stesso può proporre, se la ritiene migliore di quelle a cui stava per partecipare. Per presentare le figure identificate finora, senza introdurre una gerarchia discriminante, noi le abbiamo disposte in un cerchio il cui l’orientamento può essere facilmente modificato con un movimento di rotazione.

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